Benvenuti ad una rediviva, e per forza nuova, puntata di questo blog. Parleremo di tesi, perché è quello che sto facendo. Avete presente cosa significa fare una tesi? AH NO?
Bon per voi, cocchi!
La tesi, examen examinum, si fa all'ultimo quando tutti gli esami sono andati, le prove scritte terminate, le mucche se ne sono andate dalla stalla e le tue palle sono gentilmente e con fragore piombate nel tinello dei Rossi, al piano di sotto.
Perché in fondo cosa c'è di meglio che chiudere in bellezza un quinquennio di treni, mazzi e cazzi (pochi a dì la verità), se non quello di sobbarcarsi un lavoro da VENTIQUATTRO CREDITI, così, tanto per avere una corona d'alloro in testa.
Non c'è n'è di lauro nei giardini pubblici?
NO.
Ma questo non sarà mai un blog d'un fracicone, d'un piscione, d'un moscio umano senza spina dorsale. Questo sarà il lascito di uno studente che c'ha provato, che s'è sforzato a vedere le cose in positivo, che dopo i primi mesi (5/6 all'incirca) di straniamento, sta, e sottolineo STA decidendo di mettersi al lavoro.
Non è forse la tesi il punto di arrivo di un percorso che "Ormai ci sei, mica farai il coglione?", o non è forse il primo passo per una nuova vita che così "una volta che te la sei levata, dopo fai quello che VOI"....
......Eh...che VOI? che voglio...eh lo sapessi.
La sottile linea rossa che passa tra l'essere o no laureato è quella: che poi so cazzi tua, e devi inizia davvero a camminare.
La tesi, si sublima diventa una questione metafisica, un hegeliana contraddizione da superare.....
........io penso solo a quei poveri Rossi e al loro tinello. al piano di sotto.