Che in Belgio siano persone tranquille non abituate ai grandi cataclismi (qui i terremoti non ci sono) né alle rivolte sociali (qui la crisi ha colpito assai meno), è un dato di fatto.
Essi infatti vivono placidi e calmi nel loro mondo che, in effetti, è molto invidiabile dato che la gran parte di ciò che c'è funziona ed è a misura perfetta di consumatore o cittadino.
Chiaramente, dato il background d'illimitata placidità, un imprevisto può gettare nel panico. Come
quando un controllore dei treni belgi incontra un vagone carico carico di.......ITALIANI.
Come un gatto in tangenziale o un gallino a un'assemblea di volpi, i controllori non potrebbero desiderare di peggio.

Gli italiani, si sa, non perdono il loro gusto per viaggiare senza avere il biglietto, come gli articolo 31 cantavano, il problema è farlo in una ventina, uno accanto all'altro contro una piccola povera controllora, disabituata
"a questo genere di cose". Bisogna dire che le macchinette per i ticket ieri sera non funzionavano e dunque eravamo scusati.
Ma
per la povera ragazza dai capelli castano chiaro spento è stato comunque difficile, perché non solo si è dovuta applicare con il suo marchingegno elettronico per fornire di biglietto "andata e ritorno tariffa weekend" tutti i portoghesi, come se dice a Roma, senza valido titolo di viaggio, ma ha dovuto pure
affrontare una trattativa, in puro stile "fai la grazia San Gennaro".
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All'inizio (come era) |
La multa infatti ci sarebbe stata, seppure non troppo alta, ma la povera vistasi pregare in ginocchio e
sentitasi raccontare nel nostro francese, quello in italiano, le mille ragioni per le quali non avevamo potuto fare il biglietto, alla fine, ella ha acconsentito.
E dopo lo scoglio l'iniziale, per
la giovane pulzella pallida, è iniziato un giro dell'inferno che, dalla cima, l'ha portata al fondo del vagone in circa
mezz'ora, girandosi ad ogni sedile.
Da bianca è diventata verde, viola,
quando ha fatto il biglietto a me era gialla e il sudore gli imperlava la fronte. Gli occhiali, dall'ansia che la povera aveva, gli erano scivolati lungo il naso fermandosi a poco dalla punta, tipicamente belga: acuminata e leggermente slargata sulle narici.
I capelli legati in una morbida codina tenuta da una semplice elastico, erano ormai scompigliati: il gommino era sceso e quelli si erano espansi e mossi ciascuno per la sua direzione.
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Alla fine (come è diventata) |
Nel mentre,
oltre l'invasione dei visitors italiani, la povera doveva anche badare al treno: scendere alle fermate, dare l'ordine di ripartire, senza considerare che facendo i biglietti in piedi, ogni frenata ogni curva
la facevano traballare inesorabilmente.
ogni cambio di rotaia,
Scesi, avrà sicuramente tirato un respiro di sollievo. E togliendosi il cappellino cilindrico grigio con la banda arancione lo avrà forse visto per la prima volta bagnato di sudore da stress!
(Il post è ironico. Ed è una celebrazione implicita e "a contrario" della capacità degli italiani di tirarsi fuori dalle situazioni peggiori, perché ahimé al peggio ci siamo abituati. Mentre la ragazza belga era veramente in ansia....)