lundi 24 février 2014

Sanremo all'estero 2: la musica i giovani e l'italia migliore

Sanremo è l'evento dell'anno che si può vantare di una copertura mediatica inaudita che neanche il grande fratello riesce più ad assicurarsi nonostante gli intrighi  e i tradimenti. Sanremo sono i fiori, e le vallette, e la bellezza, e la storia della tv e i cantanti e le loro vite tormentate e...la politica (Grillo è solo l'ultimo che si è presentato alla grande sagra nazionale.Nel 2010 fu il turno di Bersani che forse pensava ancora alle Balere, ma almeno fu discreto, diversamente da Scajola che inviato a placare il segretario del Pd inscenò un mini litigio con la Clerici che gli avrebbe infilato il tacco nella schiena).

E le canzoni? Perché in tutto questo marasma, questo magma ribollente, sembra che la musica non trovi mai spazio, o quando ci riesce si scopre che non piace mai abbastanza (guardatevi il film "La verità è che non gli piaci abbastanza"......). A parte il beneficio dell'assuefazione (quello strano meccanismo per cui anche una canzone di Miley Cirus alla terza volta "IniziaAdAvereUnSuoPerché") che a Sanremo nessuno concede, è un susseguirsi di critiche ed anatemi.
Secondo me quest'anno le canzoni erano di una certa qualità e molte orecchiabili, tra l'altro alcune portavano un impegno civile o una riflessione che tradivano la presenza di Fazio quale direttore artistico. per di più non ci sono stati casi clamorosi di discrepanza tra voto della giuria popolare e della stampa.

Prendiamo la canzone di Rocco Hunt. Si poteva chiedere di meglio ad un festival italiano: un giovane che rappa su un grande problema nostrano, senza scendere nella volgarità (molto frequentata da altri colleghi). Non solo il pezzo a ritmo, ma ha SENSO. Un giovane che non solo parla di rifiuti ed eco-mafie, ma pure mostra la sua fierezza nel venire da quella terra, la Terra del sole, non quella dei fuochi. Un esempio.

                                                         Rocco Hunt "Nu juorno buono"

Poi c'è Arisa. Una voce meravigliosa ed un pezzo che lo è altrettanto. Un testo che ciascuno può interpretare come vuole, ma che parla di un  sentimento d'amore appassionato e gratuito, vero, e nella malinconia del suo contenuto si riesce a rintracciare una gioia, quella di chi rimane vicino. Non è la solita litania "SeMiLasciNonVale" o muoio nel dolore, ma un pezzo controvento!

                                                         Arisa "Controvento"

Come non si può rallegrasi che due giovani che appaiono (di questo bisogna accontentarsi) intelligenti e con una dosa di coraggio si presentano di frutti a tutti con proposte controvento e piene di speranza?
Peccato che non sia stato in Italia, ma sono sicuro che mi sarei un po' consolato di questa Italia Migliore. spero che anche a voi sia un po' accaduto lo stesso.......

dimanche 23 février 2014

Sanremo all'estero 1: la bellezza e le cariatidi o la bellezza della cariatidi




Seppur all'estero, voglio dire la mia sul super festival che tutti gli anni, come le allergie in primavera o le ciliegie a maggio (secondo i vostri gusti) arriva imperturbabile. Se è vero che una rondine non fa primavera, non c'è stagione televisiva che non veda il festival di Sanremo oggetto dibattiti già dal maggio dell'anno prima.




Quest'anno ho visto il festival in streaming e più saltuariamente. A me in definitiva è piaciuto. Per vari motivi.

La bellezza. Forse non ha dato i risultati sperati, ma donare un filo conduttore al festival era il miglior modo per garantirci delle performance non dimenticabili nei 10 minuti successivi la loro apparizione. Parliamoci chiaro, chi se le ricorda più LE BELLE del festival, e soprattutto chi si ricorda le loro azioni (forse un'eccezione è Belen che ebbe l'occasione per mostrarsi un po' meno superficiale di quello che a volte sembra). 
Il tema della bellezza ci ha regalato il monologo di Crozza, un po' troppo nazional - popolare, e quello della Littizzetto (di cui ricordo l'altro anno quello nel quale parlava di omosessualità), o la lettura di un passo di peppino impastato per Luca Zingaretti. Un altro momento dove avremmo potuto ascoltare queste cose?
Buona l'intenzione, spostare la bellezza dal corpo al senso!

                                     
                                                       Video di Luciana Littizzetto


Le cariatidi (amorosissime). Lì forse è il punto un po' più nevralgico. In effetti tutta sta sfilata di gente che il più giovane aveva quasi 80 anni (Arbore, e anche il più vitale), non ha certo aiutato ad attirare un pubblico giovane, che mi pare di aver capito era l'obiettivo principale. 

Ad ogni modo, la signora Cecioni di Franca Valeri, le Kessler le coscielunghe dai mille balletti in coppia con Don Lurio, Arbore e le innovazioni nell' intrattenimento notturno con "Portobello", la performance di Enrico Brignano su un testo di Aldo Frabrizi, e poi la MITICA RAFFAELLA' CARRA' a cui dovrò absolutely dedicare un post, sono forse un po' nostalgici. Ma è storia della televisione e della cultura, e anche del Varietà quando in rai lavoravano Mina e Walter Chiari e mille altri, e non si usavano le parolaccie e non si parlava di sesso. Perché tutto questo non si conosce o non si apprezza? Forse il problema è un altro......

                                             "..........Ma star vicino ai piedi tuoi / si può morire"

samedi 22 février 2014

Une sémaine après san valentin (version français)

Chaque après fête amène avec soi beaucoup de réflexions, car terminé l’amusément la réalité reprend son place. Et pour San Valentin vaut la même chose, un jour attendue par quelqu’un comme « aujourd’hui- même s’il y a des milliards de choses à faire- je dois m’inventer quelque chose pour celui là » ou , ces derniers sont les célibataires, « ce soir- amies et glace ».

Ce post ne sera pas trop joyeux et pour ses contenus, très intéressants comme même, et pour la langue, le français, pas la mienne. En plus, on sait la première chose qu’on perd en utilisant une langue étrangère est l’ironie.

1) Moi le partner et la vérité.  En étant amoureux, une des maximes espérance est celle de connaitre tout du partner, de lui comprendre dans toutes ses parties. Mais c’est une espérance vaine, car s’une autonomie de la personne existe elle se manifestera juste dans la possibilité pour le partner de tenir pour soi des sentiments ou des pensées. Et je ne parle pas des trompes ou de sentiments simulé, mais simplement de la présence d’un espace où l’individu est seule avec soi même, et libre. Un coin inviolé par les autres. En raison de ceci on peut comprendre l’importance que la sincérité recouvre dans la relation : parce que seulement la personne sait vraiment ce qu’il y a dans son âme.

Jacques-Louis David, Mars désarmé par Venus et les Graces,
Gallerie des Beaux Arts, Bruxelles, 1824

2) N’exige pas de l’autre plus de ce qu’il peut te donner.  Imagination, espérances et rêves portent souvent à demander des actions ou des comportements jusqu’a les exiger. Mais on put pas faire ça : il faut être contents et satisfaits de ce qu’il arrive, car rien est du même dans une relation, et surtout quand ce qu’on veut réponds à des rêves trop grandes ou « fantasques ».
En tous cas, si ce qu’on voudrais ne vien pas…..

3) Aimer est laisser libre. Ceci est le concept le plus important. S’on  aime une personne par ce qu’il est et pas par ce qu’il donne, on est disposé à accepter sa liberté, sa autonomie et à l’aider pour la conquérir. N’importe où il ira, où pourquoi, on l’acceptera, même si la liberté l’amènera avec soi loin par des rues à nous inconnues.


Guido Reni, Atalanta ed Ippomene, Museo di Capodimonte Napoli, 1620-1622

vendredi 21 février 2014

Une semaine après san Valentin

Piccolo post sull'amore, uno dei tanti postumi di san Valentino, una festa da tutti e attesa come quel giorno che "accidenti-proprio-oggi-con-tutto-quello-che-devo-fare-mi-tocca-anche-inventammi-varcosa-sennò-chi-lo/la-sente" o "via-stasera-cena-amiche-e-gelato" (chiaramente so i single).

Questo post vuole offrire qualche spunto di riflessione, cercando di mantenere un tono leggero (che naturalmente non potrà essere mantenuto) come ci si aspetta da un blog.

1) Io, il partner e la sincerità. Fino a che punto siamo sinceri con l'altro, e non parlo di tradimenti segreti o sentimenti inesistenti o simulati, voglio dire: fino a che punto ci disveliamo all'altro? E' una questione su cui poco avevo riflettuto, ma che ho iniziato dopo l'intervista di Claudio Magris a "Che tempo che fa" di qualche settimana fa.
Può sembrare paradossale, ma pure in una relazione d'amore, la difesa estrema della individualità e della sua autonomia coincide con la reticenza della propria intimità: l'animo diviene un angolo che  nessuno può scrutare. L'individuo è il solo detentore di ciò che ha dentro (da qui l'importanza della sincerità con sé stessi e l'altro).
In maniera poi più semplice, una certa reticenza può evitare i grandi dolori che in una coppia soprattutto alla sua fine possono esserci.

                                          Giusto per stemperare un po' la situazione


2) Non pretendere dagli altri più di quello che possono darti. Essere innamorati fa si che il rapporto col partner sia caricato di aspettative. Ma cosa succede se la persona accanto non è in grado di "esaudirle"? So cavoli. Perché la frustrazione monta inesorabilmente, soprattutto se queste aspettative si trasformano in vere e proprie pretese: una cara amica mi dice sempre che niente è dovuto, e che dunque di quello che il partner dona bisogna esserne felici, di ciò che non c'è non bisogna biasimare. 
Ed è vero. Ma alla fine so comunque cazzi!

                                             Anche Letta doveva capirlo che niente è dovuto


3) Amare è lasciare liberi. Parlando con un amico (sono sincero, a queste riflessioni non sarei mai arrivato da solo) che ha una scelta di vita particolare, egli mi ha detto questo che "Amare è lasciare liberi". Non è possedere, né soffocare, né trattenere, ma sapere che ciascuno ha la propria identità e deve restare libero di coltivarla, anche se questo può fare male. Ma se si ama l'individuo per ciò che è e non perciò che dà, si è disposti ad accettare la sua libertà, dovunque essa porti. Rispettandola. Anche quando porti lontano dal partner. 

                                             


vendredi 14 février 2014

Un post pour saint Valentin. L'amour au temps de.....

Per amore, o presunto tale, si scrivono, ho scritto, poesie e lettere e si pronunciano frasi o parole difficilmente pensabili nella propria vita di tutti i giorni, quando la testa è ancora attaccata al collo, i piedi ancora per terra e dunque, per la proprietà transitiva, la testa ancora nel mondo reale. 

Si compiono atti incredibili, degni di nota, o si diventa folli per amore, come il caro Orlando che vedendo incisi sulle cortecce degli alberi il nome di Angelica e Medoro, iniziò a urlare e svergere piante e a far tanto di quel macello che l'acqua dei fiumi silvani divenne nera per la terra che e la polvere che si alzano.

Io, in questo san valentino, senza alcun Valentino, non farò niente di tutto ciò. Mi limiterò a scrivere un post sul mio blog, che fa tanto ggiovane.
E devo aggiungere una cosa, questo post è dedicato a qualcuno in particolare, un lui, un alter ego per me.....Wilson
                                             
Wilson (sulla scrivania con le braccia appoggiate alla ciottola-mettittutto,
 la quale non è altro che uno scola pasta enorme che mi ha lasciato un'amica,
Paola, alla fine del primo quadrimestre)
Arrivato all'inizio del mese, egli mi sorveglia e mi scruta dalla scrivania, sulla quale è posato. Non è bello, ma non è quello che conta.
Lui è sicuro di sé, non cambia mai forma e al massimo cade sotto i colpi del vento, e anche se di carta e cartone non si perde d'animo, non sta mai con le braccia penzoloni e per questo le tiene sempre appoggiate alla ciottola-mettitutto che è sulla scrivania e per lo stesso motivo non gli cadono mai le braccia, anche quando dico dei grossi sfondoni. Ci siamo conosciuto grazie a Eleonora, che me lo ha presentato in qualità di consulente di-momenti-difficili e oggetto transizionale. 
Da quel giorno è stato vero amore, l'amore ai tempi di Wilson.

Mi guarda con lo sguardo fisso, alla Louise quando non  ascolta più le nostre conversazioni in francese maccheronico, a volte mi turba. Coi suoi capelli di cartaigienica mi fa capire che la merda è sempre dietro l'angolo, ma è sempre possibile trovare qualcosa con cui.....
Wilson è specializzato nel creare passaggi: dall'altro, tramite Wilson, al prossimo (Egli, mi ha mostrato le sue credenziali, e come un vero professionista, mi ha rilasciato un foglio (stranamente scritto da Eleonora) nel quale tutto è spiegato, per filo e per segno).

Egli, con la sua consistenza inerte, mi ricorda che si può avere accanto chiunque (o nessuno), ma l'esistenza continua per autoconservazione o perché arrivano nuove soluzioni. Mi guarda e non fa nulla, le sue labbra rosse, mentre io tutto il giorno sgobbo, brigo e invento e intanto mi incammino non so per dove o per cosa.
                                                                               
Wilson, con la sua presenza-non presenza mi ricorda che prima di tutto bisogna ,contare su se stessi e lavorare per se stessi, e volere bene a sé, lui  lo sa e vuole che io così agisca: Wilson non ha grandi bisogni o pretese, ma sono sicuro che quando quel momento arriverà io sarò più utile anche a lui!


Per il momento tra noi non ci sono problemi, anche se spero, essendo lui di carta, che non si bagni. Ma in Belgio, si sa, potrebbe piovere quando meno te lo aspetti.....

Mina, Insieme, 1970 (canzone realistica sull'amore)






                                                                           


(Questo post è dedicato a Eleonora, agli amici, e a tutti in generale, con particolare riferimento ai single. Ripartire da sé stessi, oltreché l'unico, è anche il 
miglior metodo perché una coppia sopravviva). 

Ps. permettetemi di segnalarvi, però, la canzone che IO canto spesso sotto la doccia e altrove, e che mi piace molto di più!
Dori Ghezzi & Wess, Un corpo e un'anima, 197 (canzone IRrealistica sull'amore, MA romantica)

samedi 8 février 2014

La première fois au comptoir (version française)

Et voila je suis arrivé, je la voie, c'est elle, la fille très mignon qui devra m'apprendre des secrets pour un bon café, comment le préparer et le servir aux clients de l’autre partie du comptoir.

Je cherche un travail, depuis quelque temps, (aussi l’amour ou quelque chose qui peut lui rassembler et un sens à la vie), mais pour le moment j’ai trouvé seulement une fille chinoise bien disposé à me conduire parmi les mille et un secrets du café italien à la Belgique.
Moi, italien, j'entre avec le même savoir faire de Jean Paul Belmondo ou n'importe qui de dragueur de la "Dolce Vita": comment je ne pourrait pas savoir les façons de faire un bon café? Comment je ne pourrais pas savoir monter le lait pour la mousse du cappuccino? 
Sur de ma sorte, comme seulement un italien est capables de l’être dans les pires cas de la vie car, on sait, Dieu voit et prévoit.

J'entre et en levant mon manteau je jette au sol une boite de sucre qui était sur le comptoir et tout de suite je suis touché au cœur par un "Attention monsieur". Après la fille commence m'expliquer.
Ma tête est remplie des tailles des verres, des mélanges des cafés, des touches à appuyer et des parcours à suivre. "Touche rouge petit espresso, touche vert grand café". Le problème est ce qu'il y a au moins une vingtaine des choses à boire, chacune avec ses caractères.

Et puis le lait, qu'il faut monter. Une opération très difficile, comme se promener sur les œufs, peut être à cause du fait que ce n'est pas normal que le lait fasse des bulles, en nature il n'est pas pétillant. Le procès est articulé: on prend le conteneur en acier, on insert le thermomètre (parce que il doit être près de 150°).
Mais, soudain elle prend le conteneur avec moi, quatre mains à le tenir, et à le bouger sous et sur le long du petit tube du vapeur. "Tu l'écoutes?" "Oui" (qu’est ce qu'il était en train d'arriver?). "Tu l'écoutes?" je n'avais plus de courage pour répondre...."Tu l'écoutes? Ca c'est le bon bruit pour une mousse superbe!"....... 


Quand je suis revenu à la maison j'ai bu du Nescafé!


le première fois derrière au comptoir

Eccomi arrivato, la vedo è lei, piccola ragazza orientale, che dovrà farmi apprendere i segreti di un buon caffè, di come prepararlo e servirlo decentemente ai clienti dall'altro lato del bancone.

Cerco un lavoro, da tempo (anche l'amore ormai o qualcosa che gli assomiglia e anche un senso alla vita) ma per il momento ho trovato una ragazza cinese disposta ad iniziarmi ai segreti del caffè italiano in Belgio, e a conoscerli bene.
jean paul belmondo (sarebbe un BELMONDO se fossi così)


Io, italiano, entro con lo stesso "savoir faire" di Jean Paul o di qualunque altro vitellone della "Dolce Vita": come potrò non sapere io i trucchi di un buon caffè? Come, io, potrò non sapere montare il latte per la schiuma del cappuccino.

Sicuro della mia sorte, come solo un italiano può esserlo nei casi peggiori, perché Dio, si sa, vede e provvede.




Entro. Mi tolgo il cappotto e tiro in terra una confezione di zucchero sul bancone; e vengo subito colpito al cuore da un "Attention monsieur". Poi la ragazza (veramente gentile e paziente!), inizia a darmi addosso con tutte le spiegazioni possibili immagini.

E la mia testa si riempie di taglie di bicchieri, miscele di caffè, di toppings e fillings, di quantità di caffè da usare, di tasti da premere, e procedimenti da seguire.
"Tasto rosso espresso piccolo, tasto verde caffè grande" (che qui non sono la stessa cosa), ma non sono solo due i prodotti sono una quindicina, ciascuno col suo tasto la sua dose, il suo perché.

E poi il latte, che va montato. Un'operazione difficile come camminare sulle uova, forse perché il latte non è normale che faccia le bolle, e che diventi gassato come una qualsiasi sprite americana. Ad ogni modo va montato per i cappuccini. Il processo è articolato: prendere il bricco, inserire il termometro (perché deve arrivare a 150 gradi, né più né meno) e iniziare a montare, ricordandosi di aver messo anche il latte.
D'un tratto ella prende il bricco insieme a me, quattro mani a reggerlo, e a spostarlo in su e in giù lungo la cannula di vapore. "Lo senti questo rumore?" "Sì" (cosa stava accadendo?). "Lo senti?" io non avevo più il coraggio di rispondere....."Lo senti, questo è il rumore per una buona schiuma, una super schiuma!".........

"Ehi Rose lo senti il vento?" mi pareva dicesse così

                                                                                                                    Quando sono tornato a casa. mi sono fatto un po' di orzobimbo solubile!