dimanche 23 février 2014

Sanremo all'estero 1: la bellezza e le cariatidi o la bellezza della cariatidi




Seppur all'estero, voglio dire la mia sul super festival che tutti gli anni, come le allergie in primavera o le ciliegie a maggio (secondo i vostri gusti) arriva imperturbabile. Se è vero che una rondine non fa primavera, non c'è stagione televisiva che non veda il festival di Sanremo oggetto dibattiti già dal maggio dell'anno prima.




Quest'anno ho visto il festival in streaming e più saltuariamente. A me in definitiva è piaciuto. Per vari motivi.

La bellezza. Forse non ha dato i risultati sperati, ma donare un filo conduttore al festival era il miglior modo per garantirci delle performance non dimenticabili nei 10 minuti successivi la loro apparizione. Parliamoci chiaro, chi se le ricorda più LE BELLE del festival, e soprattutto chi si ricorda le loro azioni (forse un'eccezione è Belen che ebbe l'occasione per mostrarsi un po' meno superficiale di quello che a volte sembra). 
Il tema della bellezza ci ha regalato il monologo di Crozza, un po' troppo nazional - popolare, e quello della Littizzetto (di cui ricordo l'altro anno quello nel quale parlava di omosessualità), o la lettura di un passo di peppino impastato per Luca Zingaretti. Un altro momento dove avremmo potuto ascoltare queste cose?
Buona l'intenzione, spostare la bellezza dal corpo al senso!

                                     
                                                       Video di Luciana Littizzetto


Le cariatidi (amorosissime). Lì forse è il punto un po' più nevralgico. In effetti tutta sta sfilata di gente che il più giovane aveva quasi 80 anni (Arbore, e anche il più vitale), non ha certo aiutato ad attirare un pubblico giovane, che mi pare di aver capito era l'obiettivo principale. 

Ad ogni modo, la signora Cecioni di Franca Valeri, le Kessler le coscielunghe dai mille balletti in coppia con Don Lurio, Arbore e le innovazioni nell' intrattenimento notturno con "Portobello", la performance di Enrico Brignano su un testo di Aldo Frabrizi, e poi la MITICA RAFFAELLA' CARRA' a cui dovrò absolutely dedicare un post, sono forse un po' nostalgici. Ma è storia della televisione e della cultura, e anche del Varietà quando in rai lavoravano Mina e Walter Chiari e mille altri, e non si usavano le parolaccie e non si parlava di sesso. Perché tutto questo non si conosce o non si apprezza? Forse il problema è un altro......

                                             "..........Ma star vicino ai piedi tuoi / si può morire"

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