Una città che colpisce fin dalla sua periferia per la presenza di rosse bandiere turche, che sono ovunque, sui palazzi, sui cantieri e sulle gru. Colpisce in un paese del sud la mancanza di persiane: il sole entra presto nelle camere.
E poi a colpire è la mancanza di campanili, e la persistenza delle forme longilinee e puntute dei minareti. Ed infine sconvolge la grandezza di questa città e di un abitato di 5500 kmq e una popolazione di 13 milioni di abitanti. Una via lunga, un'autostrada che dall'aeroporto ci ha portati fino a uno dei ponti sul Bosforo, per traversare lo stretto ed arrivare a Uskudar, il quartiere familiare e conservatore (così alle ultime lezioni) di cui è originario Erdogan, e nel quale abitano i miei amici.
Ultima pillola: i turchi non guidano molto bene, anche perché, per esempio sulla grande autostrada, il cammino è punteggiato di persone che in mezzo alla carreggiata vendono noccioline, frutta secca, focacce e acqua: perché a Istanbul anche gli ingorghi sono giganteschi.....
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